Questo disturbo come per altri, quali quelli ansiosi, colpiscono anche i familiari ed è importante imparare a riconoscere i primi sintomi per intervenire precocemente. Nelle fasi iniziali possono passare inosservati ma è caratterizzato da un repentino cambio di atteggiamenti: introversione, ritiro sociale, depressione, attacchi di rabbia incontrollata, attività fisica eccessiva, regime dietetico drastico, modelli alimentari non tradizionali (vegetariani, vegani, macrobiotici, iperproteici…). È importante considerare che il riconoscimento e l’intervento precoci consentono un’alta probabilità di guarigione.
Il lavoro psicoterapeutico tiene conto del momento di esordio del disturbo e delle strategie disfunzionali che la persona ha messo in atto. Valuta, inoltre, la necessità o meno di un percorso multidisciplinare e/o l’invio a una struttura semiresidenziale (day Hospital) o residenziale.

La terapia è quindi rivolta al soggetto con DNA ma anche ai familiari coinvolti. In questo caso lo scopo è quello di aiutare la famiglia a spezzare gli atteggiamenti malsani e disfunzionali, facendo esperienza di un setting che possa sostenerli nel percorso difficile e faticoso che stanno attraversando e che la attende.